Le Vie di San Giacomo in Sicilia
SICILIA JACOPEA
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Il Cammino delle Stelle

Cammino delle Stelle: breve guida delle tappe in pdf

Nell’agosto del 2009 l’Associazione Sicilia Jacopea, attraverso un’idea del Dott. Giacomino Giovanni Franchina, nell’ambito del progetto le “Vie di San Giacomo in Sicilia”, inaugurò l’itinerario “Gratteri (PA) – Galati Mamertino (ME)” con un pellegrinaggio a piedi di gruppo. Nei cinque giorni di cammino furono coinvolte, oltre ai luoghi di partenza e di arrivo, le comunità, di Geraci Siculo (PA) e Capizzi (ME), anch’esse con spiccata devozione a San Giacomo Maggiore. Per il meritato riposo notturno, si sostò anche a Sperlinga (EN) e in località Portella Femmina Morta (sui Nebrodi). Altri momenti toccanti furono le visite al Santuario della Spirito Santo di Gangi (PA) e il passaggio lungo il torrente Cerami, luogo della famosa e decisiva battaglia per la vittoria dei Normanni, guidati dal Conte Ruggero, sui Saraceni.

Al citato itinerario, sempre con lo scopo di creare un collegamento permanente fra le comunità “santiaghiste”, tendente alla realizzazione di uno specifico distretto religioso-culturale, è stata aggiunta un’altra tappa: la Collesano-Gratteri.

L’intero percorso, chiamato Cammino delle Stelle per un abbraccio ideale con il luogo di sepoltura dell’Apostolo e perché si snoda per lunghi tratti sulle montagne più alte della Sicilia a contatto con il cielo, ha un riferimento storico preciso: il collegamento tra Collesano e Galati Mamertino per mezzo del nobile collesanese Pietro Lo Squilio che fu barone di Galati dal 1628 al 1640 e a questa comunità donò il reliquiario di San Giacomo, tuttora in uso, dando un forte impulso allo sviluppo del culto verso il Santo.

Il cammino si estende lungo storiche vie descritte da antichi geografi (es. Idrisi) e utilizzate anche dal Gran Conte Ruggero (valicò i Nebrodi lungo la via bizantina di Mangalaviti. Ricostruzione del Malaterra).

Il Cammino delle Stelle comprende i comuni di Galati Mamertino, Capizzi, Geraci Siculo e Gratteri in cui San Giacomo è il patrono o protettore e viene onorato con solenni festeggiamenti e Collesano, ove si trova una chiesa dedicata all’Apostolo ed altre opere d’arti raffiguranti il Santo, sede di storiche e partecipate manifestazioni devozionali, purtroppo non più in uso.

Lungo il cammino, a riprova della diffusione capillare del culto jacopeo, si attraversano territori con chiese (Gangi e Nicosia) e luoghi sacri dedicati a San Giacomo (Nicosia, Isnello).

Il Cammino delle Stelle lungo circa 150 km è percorribile in 6 giorni per persone normalmente allenate e si caratterizza per il passaggio all’interno di paesi facenti parte dell’associazione nazionale dei Borghi più Belli d’Italia (Gangi, Geraci Siculo e Sperlinga) e per gli incantevoli paesaggi naturalistici sospesi fra l’Etna, le Madonie, i Nebrodi e il mare con l’orizzonte che si perde sulle Isole Eolie.  Il cammino sarà, per chi vorrà intraprenderlo, un’esperienza di ricerca personale, ma anche un viaggio in luoghi incontaminati, dalle bellezze naturali ancora da scoprire, oltre che depositari di sacro e misticismo.

Chi è interessato a condividere il progetto e il pellegrinaggio può scrivere a siciliajacopea@alice.it o telefonare o mandare sms al numero 3337517027.

Storie Jacopee

L'ordine di San Giacomo

Brevi appunti sull’ordine militare dei cavalieri di Santiago.

L’ordine fu fondato, a Càceres (fortezza conquistata dal re di Leon, Ferdinando II,nel 1169) nel centro-sud della Spagna, nel 1170, nel periodo in cui i piccoli regni cristiani erano impegnati da due-tre secoli nella riconquista dei territori occupati dagli arabi. Fu costituito con lo scopo di proteggere i possedimenti dell’arcivescovado della regione. A seguito di un accordo con l’arcivescovo di Compostella, gli fu concessa la bandiera di San Giacomo Maggiore e la protezione del Santo, il matamoros. L’arcivescovo divenne membro onorario dell’ordine e il maestro canonico di Compostella. A fronte di queste concessioni i cavalieri furono impegnati a protezione dei pellegrini che si recavano a Santiago e contribuirono alla costruzione e gestione degli ospedali per l’accoglienza dei fedeli.
La vita dell’ordine era regolata da precise norme, codificate fra il 1170 e il 1173 in 39 articoli, approvate dal papa Alessandro III, il 5 agosto 1175. Successivamente, alle regole, furono aggiunte delle clausole supplementari (ètablissements). Le norme sono stata riprodotte in 13 manoscritti composte in 5 versioni (due brevi e due lunghe in latino e in castigliano, una versione casigliana per il convento femminile di Salamanca). L’appartenenza delle donne era una caratteristica esclusiva dell’ordine di Santiago. Durante l’anno di noviziato le regole venivano approfonditamente studiate dai nuovi adepti. Esse facevano riferimento principalmente ai voti dell’obbedienza, della povertà e della castità (coniugale per coloro che erano sposati, l’accesso all’ordine era concesso anche alle coppie e per esse erano previste regole speciali da seguire specialmente durante la quaresima); “vivrete senza beni personali, in umiltà e concordia, obbedendo a un maestro, seguendo l’esempio degli apostoli che per predicare la fede cristiana vendevano i loro beni […] chi non potrà essere continente si sposerà, sarà fedele alla sposa e viceversa..
Era disciplinata, oltre all’aspetto spirituale e quello materiale, la convivenza conventuale (abbigliamento semplice e adatto alle esigenze militari, nutrimento abbondante con carne tre volte alla settimana, orari di messe, preghiere etc.).
L’età minima per far parte dell’ordine era di 15 anni.
Vi era un distinguo fra i componenti, vi erano i fratelli laici addestrati a combattere, i fratelli chierici che curavano l’aspetto spirituale. I primi a loro volta si distinguevano in cavalieri e in sergenti o serventi. Non erano previste clausole di esclusione per gli appartenenti alle classi sociali meno nobili ma dal 1259 gli fu preclusa la difesa dei castelli. Il reclutamento avveniva per mezzo di predicatori che disponevano del potere di accordare indulgenze e potevano convertire un voto di crociata in arruolamento (disposizione impartita dal papa Innocenzo IV). Il numero massimo dei fratelli non era previsto ma era collegato alla potenzialità logistiche dell’ordine.
L’ingresso era vietato ai malati, ai servi, agli indebitati, agli scomunicati e a coloro che facevano parte di un altro ordine. Il maestro era a capo dell’ordine e veniva eletto da un collegio composto da tredici fratelli. La struttura era, posiamo dire, di tipo federale (distinzione per province) e pertanto le strutture centrali non erano molto sviluppate.
Gli organismi di base erano le commende (circoscrizioni) (circa un centinaio), le case, i conventi (8 maschili e 6 femminili).
Non esistevano solo obblighi e doveri ma ai cavalieri erano riconosciute agevolazioni (esenzioni) stabilite dal papa e riportate nelle bolli in considerazione della dipendenza diretta dal pontefice. Principalmente le esenzioni riguardano la chiesa (diritto alla sepoltura), la scomunica (potere sottratto ai vescovi), il pagamento delle decime. Questo punto, in considerazioni dei consistenti documenti rimasti negli archivi, ha provocato le maggiori controversie.
L’azione militare dell’ordine si è svolta principalmente in Spagna durante la “Riconquista” (guerra dei cristiani contro gli arabi che occupavano la Spagna). Il 2 gennaio del 1492 il Gran Commendatore di Santiago, Garcia de Castello, pianta la bandiera di San Giacomo sull’Alhambra di Granata. Lo stesso fu a capo di 280 cavalieri durante l’assedio di Siviglia (1493).
L’ordine disponeva di diversi beni in Spagna e in Francia, frutto di donazione di devoti.
L’espansione e il dominio aragonese (XIV° – XVI° secolo) porto alla creazione di province nel sud-italia ed in particolare in Sicilia.

comuni e paesi legati al culto jacopeo

I luoghi di San Giacomo in Sicilia

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